Michelle Bonev vs Il Patriarcato

Mi chiamo Michelle Bonev, e sono regista, attrice, sceneggiatrice, produttrice, sia per il cinema che per la televisione, oltre che scrittrice e filantropa. Vivo e lavoro in Italia dal 1990. Sono nata il 1° ottobre 1971, in Bulgaria, sotto il regime comunista, e so cosa significhi vivere senza diritti, senza la speranza di poter progredire e realizzare i propri sogni. Mi sono trasferita in Italia a 18 anni, dopo la caduta del Muro di Berlino, con solo 20 dollari in tasca, e ho realizzato tutti i miei sogni, prima da schiava e poi da donna libera. Sento nel mio cuore di avere due Patrie: una mi ha dato la vita, la Bulgaria, l'altra mi ha dato la libertà, l'Italia.

Nel 2013 ho deciso di abbandonare la mia carriera artistica, denunciando Il Sistema Patriarcale Italiano Corrotto e confessando i compromessi ai quali sono stata costretta per sviluppare i miei talenti e per crescere professionalmente.

Il mio atto non è mai stato veramente capito dalla maggioranza delle persone, anche perché ero all'apice della mia carriera. Non era mai successo nulla di simile prima. In un mondo dove il danaro è una priorità e la maggior parte delle persone bramano il successo, che io avevo già raggiunto, sarebbe stato più facile e consueto subire in silenzio e godere dei privilegi di cui pochi eletti nel mondo godono.

Per me, invece, denunciare pubblicamente Il Sistema Patriarcale Corrotto e confessare la verità era l'unica strada giusta da percorrere. Mi sono resa conto che il male che stavo facendo a me, non riguardava solo me, ma l'intera società. Ho acquisito la consapevolezza che la mia sottomissione era la sottomissione di tutte le donne del mondo. Ho sentito dentro di me tutta la nostra tristezza e impotenza. Allora una forza interiore mi ha spinto ad alzarmi e a parlare con la mia vera voce, a parlare a nome di tutte le donne schiave del sistema patriarcale. Quella voce era la voce della libertà. Non c'è vita senza libertà! E sebbene molti mi abbiano giudicata una suicida, io stavo inziando a vivere. La servitù volontaria è un vero suicidio, non la dignità e la libertà riconquistate.

Mi sento vicina alle donne che non usano ancora la loro voce, che preferiscono subire i ricatti di questo Sistema Patriarcale per andare avanti nelle loro mille responsabilità. Io le comprendo! Gli atti di liberazione portano conseguenze devastanti. Il Sistema Patriarcale ha sempre usato punizioni esemplari contro le donne che alzano la testa, in modo da troncare sin dalla nascita ogni desiderio di libertà in tutte le donne che vorrebbero seguirle.

Nel Medioevo ci bruciavano al rogo, ci lapidavano come peccatrici, ci annegavano nelle fosse, ci torturavano e mutilavano... Nell'epoca moderna hanno escogitato sistemi più raffinati: l'opinione pubblica, la perdita della rispettabilità, del lavoro, dei soldi, dei privilegi, dei figli, della salute... Oggi si predilige l'uccisione psicologica, anche se quella fisica è ancora ben presente.

Non esiste alcuna volontà di fermare il femminicidio, esso serve a incutere un senso di impotenza e di paura costanti. La paura è l'arma preferita del Patriarcato. Nonostante tutti questi atti esemplari di eliminazione delle donne libere, Il Sistema Patriarcale non riesce nel suo intento. Le donne che prendono coraggio e rompono il muro del silenzio sono sempre di più. Cresce sempre più la consapevolezza che siamo noi, le donne, con la nostra sottomissione, a permettere che Il Patriarcato prosperi.

Anche per me le conseguenze del mio atto di liberazione, prendendo una posizione contro Il Sistema Patriarcale, sono state devastanti. Ho rischiato la mia vita, sono stata lapidata dall'opinione pubblica e dalla stampa, ho dovuto rinunciare ai miei sogni, alla mia passione per il cinema, ho perso il mio lavoro, le mie amicizie altolocate... Tutto Il Sistema Patriarcale si è chiuso contro di me, per eliminarmi definitivamente. Sono rimasta sola!

Ed è proprio in quel momento drammatico che è accaduto il miracolo. Centinaia di persone mi hanno contattato sulla mia pagina ufficiale di Facebook, esprimendo la loro solidarietà per il mio coraggio e condividendo le loro storie strazianti. Mi chiedevano aiuto. Le loro storie mi hanno scosso a tal punto che ho smesso di pensare ai miei problemi, ritenendoli futili. Ho capito che potevo aiutarle perché avevo notorietà, soldi e capacità organizzative. Potevo usare il mio talento artistico, la mia esperienza nel mondo dello spettacolo come attrice e regista per dare voce e volto agli invisibili e contribuire alla soluzione dei loro problemi.

La mia trasformazione è stata notevole: da donna depressa e potenziale suicida sono diventata l'Angelo degli Ultimi. Niente era più importante per me che aiutare un essere umano a ritrovare la sua dignità e il suo sorriso. Essere utile a qualcuno ha dato un nuovo significato alla mia vita.

Ecco perchè il 12 dicembre 2013, ho deciso di entrare nel mondo della filantropia e diventare una filantropa. Ho fondato "L'Associazione Michelle Bonev", un'organizzazione no-profit con il motto "Nessun essere umano merita di rimanere invisibile!" e con lo scopo di promuovere e salvaguardare i Diritti Umani. Mi sono presa cura degli ultimi, di chi è stato abbandonato dalle istituzioni e dai media, dedicando loro tutte le mie risorse economiche e professionali.

Ogni giorno ricevevo decine di messaggi anche da giovani ragazze e ragazzi che volevano cambiare il Paese. Mi chiedevano cosa dovessero fare. Si sentivano delusi e impotenti di fronte alla macchina mastodontica della corruzione. E io rispondevo loro: “Facciamo del bene! È l’unica cosa che possiamo fare. Salviamo chi sta morendo oggi, perché in quel futuro luminoso che sogniamo, dobbiamo andarci tutti insieme!”.

Consapevole di essere co-creatrice di questo mondo, mi sono posta la domanda: “Qual è la radice del malessere della nostra società?” E la risposta è stata: “La totale perdita dei nostri Valori Umani Fondamentali.”

Così, il 12 dicembre 2019, ho costituito "Amatar Foundation", un'organizzazione no-profit con il motto "Il passo verso l'altro è il più grande passo nell'evoluzione dell'Umanità" e con lo scopo di studiare soluzioni ai grandi problemi dell'Umanità e di promuovere uno sviluppo umano basato sui Valori Umani Fondamentali e sulla Responsabilità Universale.

Se penso che nel 2013, dopo la mia denuncia del Sistema Patriarcale Italiano Corrotto, sono stata giudicata una suicida da i più, la mela marcia da eliminare dal cesto, e vedo quello che ho fatto in questi dieci anni: le vite che ho salvato, i progetti filantropici che ho creato, l'arte di donare che ho imparato e la felicità di essere me stessa che ho raggiunto, posso solo dire che il tempo mi ha dato ragione.

Io ho detto la verità e ora tutti lo sanno, come sanno anche che il cesto non è rimasto pulito dopo la mia eliminazione, come proclamavano. Al contrario, il cesto è sempre più marcio, mentre io mi sono salvata, riacquistando la mia dignità di donna libera e i miei valori. Mi sono offerta una seconda possibilità e non mi sono mai voltata indietro. Ho trovato la mia vera vocazione, la filantropia, e aiuto le persone a ritrovare il senso della vita attraverso il coraggio di essere se stesse e L'arte di Donare, come è accaduto a me.

Oggi, dopo 10 anni di silenzio mediatico e di rara presenza sui social network, torno per offrire la mia testimonianza: "Il Sistema Patriarcale non è così forte come sembra. Lo dimostra il fatto che io sono ancora qui, sono ancora viva! Parlo con la mia voce di donna libera e realizzo i miei sogni senza compromessi. In questo mondo ingiusto, insostenibile e privo di amore, un essere umano può rinascere dalle proprie ceneri e riconquistare i propri valori, creando così un mondo migliore, perché il mondo non è altro che il riflesso di noi stessi. Diamoci una seconda possibilità! Diamo al mondo una seconda possibilità!"

Con Amore

Michelle Bonev
Fondatrice e Presidente
Amatar Foundation